lunedì 7 ottobre 2013

Calvo sotto la luce

Trascriviamo oggi un documento inedito, conservato presso il Fondo Scaccabarozzi dell'Archivio Multimediale della Cineteca della Svizzera Italiana (AMCSI). Si tratta di una bozza per un soggetto cinematografico a cui Scaccabarozzi lavorò durante l'estate del 2001. La pellicola, che avrebbe dovuto intitolarsi Calvo Sotto la Luce, non fu mai portata a termine a causa del dissesto finanziario che colpì inaspettatamente la casa di produzione Films de l'étoile, che aveva sostenuto il progetto dell'autore.
Il documento fa parte della collezione di manoscritti recentemente donata dalla duchessa Leila von Schlager, prima moglie del regista, al Fondo Scaccabarozzi.
 
Nella toilette di un locale notturno, ove si era recato per espletare le fisiologiche impellenze che il suo corpo reclamava, un uomo nel fiore degli anni scorge nello specchio che ha di fronte (sotto l'occhio impietoso delle luci al neon) i segni di un'incipiente calvizie.
Da quel momento in avanti la sua vita non sarà più la stessa.
Dopo aver assillato per settimane intere il suo dermatologo di fiducia con assurde pretese di cure miracolose, e per di più ignorando il consiglio fraterno di quest'ultimo che lo invitava caldamente a rivolgersi a uno psichiatra a entrambi amico, specializzato nella cura di disturbi dismorfofobici e di altre innumerevoli nevrastenie; l'uomo si affida alle cure di tale dottor Ambrogio Mezzatesta, sedicente esperto di "tecniche di triconeogenesi del bulbo pilifero e capillare”, dilapidando nel giro di qualche seduta il suo già esiguo patrimonio.
I problemi economici acuiscono il decorso progressivo della sua patologia a sfondo paranoide. Inoltre, il timore che gli altri si accorgano del suo presunto handicap induce l'uomo a non uscire più di casa dopo il calar del sole; egli si concede tuttavia qualche fugace sortita nelle ore oscure della notte, allorquando passeggia solo per le vie del centro cittadino rifuggendo, come un animale preistorico alla vista del fuoco, la luce dei lampioni e delle insegne dei bar. 
Alle ristrettezze economiche sopraggiunge inaspettata l'infelicità di coppia: un mattino assai piovoso di novembre, per la prima volta nella sua vita, ha un alterco con la moglie e la colpisce con un violento manrovescio. Unica colpa della donna: avergli passato, in un sincero afflato d'amore coniugale, teneramente la mano tra i capelli.
Abbandonato dalla consorte e ripudiato dagli amici, l'uomo precipita in un profondo stato depressivo. Si barrica in casa e, terrorizzato dalla sola eventualità di imbattersi nuovamente nell'immagine dell'autunno senza fine sceso nel folto della sua capigliatura, distrugge tutti gli specchi che possiede. 
Ma una notte maledetta succede ciò che egli non può prevedere: destatosi dal letto nel cuore della notte per espletare le funzioni fisiologiche che il suo corpo reclamava, scorge nel vetro della finestra, al chiarore opalescente della luna e sullo sfondo di un paesaggio brullo e desolato, il riflesso della sua fronte stempiata; rivive così come in un incubo l'evento traumatico iniziale.
In preda a un impulso autodistruttivo mette in atto un grottesco tentativo di suicidio: ingurgita in un solo colpo un'intera provvista di Rinfoltina® ordinata in farmacia tre mesi prima, in tutto trenta confezioni da 24 flaconcini (150 ml cadauno) che gli avrebbero assicurato continuità di trattamento per i due anni di tempo che reputava necessari al conseguimento dei primi benefici della prodigiosa cura.
Dopo qualche ora passata invano nell'attesa degli effetti venefici della sostanza, l'uomo, a causa del crescente nervosismo, comincia a camminare senza sosta, facendo la spola avanti e indietro dalla cucina alla camera da letto. Giunto al quarantacinquesimo giro di boa attorno alla lavatrice, scivola su una chiazza di sapone liquido, batte la testa e perde conoscenza.
Si risveglia il mattino seguente in una camera di ospedale. Davanti a sé, ai piedi del letto, si staglia serafica la figura di sua moglie, che regge nella mano destra un pacchettino dorato e atteggia il volto a un enorme sorriso. L'uomo le giura fedeltà eterna, per amor suo rinuncerà a ogni antidoto contro la calvizie. 
Dopo un leggero tentennare si decide ad aprire l'involto con delicatezza; scioglie il nastro e guarda la moglie con aria vagamente complice: ha appena ricevuto in dono un'originale bandana di seta.

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