martedì 24 settembre 2013

Pensiero #1 - Gestalt

Chissà mai se un giorno troverò qualcuno, magari un luminare della psicologia (ma va bene anche uno stronzo qualsiasi)  capace di spiegarmi la teoria della Gestalt senza partire dal solito esempio del cazzo, sempre lo stesso, quello dei  tre cerchi neri su sfondo bianco a cui manca uno spicchio e che sono disposti in modo tale che noi tutti quando li vediamo vediamo un triangolo.

Happolati Human Resources - Annuncio di lavoro #1


Per prossima apertura moschea nel centro di Varese, Happolati H.R. cerca un muezzin appartenente alle categorie protette.

La risorsa si occuperà di chiamare i fedeli alla preghiera per 5 a volte al giorno e si dedicherà saltuariamente alla cura e pulizia del minareto.

Il candidato ideale è di orientamento sunnita, ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni ed è dotato di voce stentorea. Ha inoltre maturato un’esperienza pregressa nel ruolo di almeno 2 anni e possiede una buona conoscenza dell’arabo coranico.

Si offre contratto a tempo determinato per tutto il mese di Ramadan con possibilità di proroga.

Inviare il curriculum a happolati80@gmail.com

domenica 22 settembre 2013

Orazione funebre in memoria di Fulvio Scaccabarozzi

Pubblichiamo qui in versione integrale il discorso tenuto dal prof. Michele Sigismondi in occasione del funerali del grande cineasta Fulvio Scaccabarozzi.
 
Signore e signori,
Siamo qui riuniti per rendere omaggio a un uomo eccezionale che ci ha purtroppo lasciati; ed è con gli occhi traboccanti di lacrime, le mani tremanti e il gelo nel cuore che mi accingo a prendere parola qui su questo pulpito per commemorarlo davanti a tutti voi, che a lui foste legati in vita da un profondo legame di affetto e che ora ve ne state in silenzio - il capo chino - a compiangerlo dignitosamente.
In un momento così triste vorrei solo abbandonarmi al mio dolore e trovare conforto al dolce ricordo del tempo insieme a lui trascorso, ma l’onere di cui mi trovo investito mi obbliga a tacere della mia personale nostalgia; dunque, dacché oggi sono chiamato a consegnare nelle mani della collettività il ricordo di un grande spirito del nostro tempo, non già all'uomo in carne e ossa, che tutti noi abbiamo conosciuto, innalzerò questa prece, ma all'artista imperscrutabile e alla grandezza della sua opera, che a onta della stessa morte farà sentire ancora a lungo la sua viva e scabrosa presenza.

lunedì 16 settembre 2013

Persecuzioni ad opera di libri

Non posso esserne sicuro al cento per cento, eppure ho il vago sentore che qualcuno di voi come me ha avuto modo di sperimentare un'agghiacciante verità intorno ai libri lasciati a metà - da ritenersi ancora più vera se si tratta dei cosiddetti “classici” - ossia che essi si vendicano in maniera poco onorevole, inoculandovi sensi di colpa.
Prendiamone uno di un autore fra tanti, André Gide: avete appena ricevuto in dono da una persona a voi cara un romanzo di questo scrittore che volevate leggere da tempo; uno di quei libri che vi ha sempre fatto gola sin dal titolo, I falsari, e di cui ne avete sempre sentito parlare come di un capolavoro: la più alta vetta artistica raggiunta non da un autore qualunque, ma André Gide, un genio vero vissuto in un epoca in assoluto tra le più prodighe di geni letterari.
Cominciate la vostra lettura, il testo vi appare avvincente sin dalle prime pagine, riconoscete subito lo stile raffinato ed elegante dell'autore, lo stesso che avete assaporato un anno prima, quando avete letto un altro suo capolavoro, I sotterranei del Vaticano; vi godete gli ammiccamenti metalinguistici, “il romanzo nel romanzo”, di cui amano parlare critici e studiosi, ammirate il periodare agile e leggero che si coniuga a meraviglia con l'inabissarsi nel profondo della psiche dei personaggi.
Non vi è ombra di dubbio: con questo libro aggiungerete una nuova scintillante tessera al mosaico della vostra “formazione culturale”, da collocare a fianco di altre più o meno luminose che avete raccolto faticosamente nel tempo e ricomposto in un vostro personale disegno.

giovedì 12 settembre 2013

Loro


Vorresti credere di essere solo, ma loro ti guardano. Sono lì, in attesa, somigliano a neri corvi lucenti.
Stanno forse ridendo?
Ma certo, ridono. Li hai visti benissimo darsi di gomito, coprirsi la bocca per non fare rumore. Hai visto i loro sguardi meschini intrecciarsi e brillare di tetra complicità. È di te che ridono.
Da tempo ormai immemore affollano i tuoi giorni e le notti senza concederti tregua. Ti danno tormento e invano tu fingi di non curarti di loro.
Davanti a te c’è il foglio bianco, lo stesso che provi a riempire da sempre, senza riuscire. Le tue dita contratte giacciono immobili sul tavolo, bloccate, inservibli.

Prefica

Capita spesso che le parole si comportino in modo tracotante, vessatorio; state leggendo: le vostre palme sono distese a formare un comodo leggio e lo sguardo insegue incessantemente le righe fitte di inchiostro ripetendo lo stesso movimento: da sinistra a destra, metodicamente, meccanicamente. Ecco, meccanicamente: non ve n'eravate accorti, ma avete perso, già da qualche tempo, senza saperne il motivo, “il filo”, la giusta attenzione che esige una buona lettura.